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Qualcosa si muove ...

Più volte abbiamo rimarcato che nella vendita di un PC o di un notebook siano distinti chiaramente i costi di hardware e software e sia possibile per il cliente scegliere l’hardware desiderato in abbinamento o meno al software desiderato: questo a tutela della libertà di un cliente che non deve essere vincolato ad acquistare una specifica versione di sistema operativo solo perché abbinata all’hardware.

Mentre nella scelta di un PC assemblato risulta molto semplice decidere se acquistare un sistema operativo e quale sistema versione, con la stessa facilità con cui vengono scelti i singoli componenti, la cosa non è tanto agevole se si acquista un notebook o un PC fisso di marca dove solitamente l’abbinata hardware + software sembra quasi inscindibile.

Recentemente due sentenze, hanno rimarcato la necessità che l’acquirente non deve essere "obbligato" all’acquisto di un determinato software:

- in Francia, un tribunale ha dato ragione ad un utente imponendo ad Acer il rimborso del prezzo del software preinstallato non desiderato (http://punto-informatico.it/p.aspx?id=2071495);

- in Italia, HP è stata condannata a rimborsare un acquirente che non intendeva utilizzare il sistema operativo Windows preinstallato sul notebook (http://punto-informatico.it/p.aspx?id=2096808).

Forse, per il precedente creato da queste due sentenze, Acer ha messo in atto una procedura per rimborsare la licenza di Windows preinstallato se non desiderata (http://punto-informatico.it/p.aspx?id=2102739).

Acer, ha fatto propria una clausola comunque già prevista nella licenza Windows che invita gli utente non interessati a tale sistema operativo a non procedere con l’attivazione (l’attivazione infatti è un consenso all’uso) ma a rivolgersi al "produttore del computer" per ottenere il rimborso. La procedura offerta da Acer è pubblicata in http://www.acer.it/public/wr-resource/2345060619/upload/E0Entity13/1/procedura%20di%20rimborso.pdf.

Il cliente dovrà contattare entro 30 giorni dall’acquisto il call center di Acer (telefono 199 50 99 50). Riceverà indicazioni per la spedizione del notebook ad un centro di assistenza che rimuoverà software e codici di licenza (http://www.acer.it/public/wr-resource/2165782856/upload/E0Entity13/1/modulo%20richiesta%20rimborso.pdf).

Sebbene il passo di Acer sia significativo, ci sono due passaggi molto discutibili:

- l’entità del rimborso (il tribunale di Firenze ha imposto ad HP il rimborso integrale di 140 Euro per un Windows XP Professional OEM, mentre il tribunale francese ha imposto ad Acer un rimborso di 135 euro per Windows XP Home). Acer, nella procedura di rimborso pubblicata propone per XP Home 30 euro e per XP Professional 50 euro, una somma ben inferiore di quanto si spenderebbe se venisse acquistata la stessa versione in un qualsiasi negozio (XP Home 90 euro, XP Professional 145 euro).

- l’onere delle spese di spedizione di andata e ritorno a carico del cliente, per la rimozione di un sistema operativo "imposto" dalla produzione.

E da ribadire inoltre che non desiderare una certa versione di Windows non significa non volere Windows, ma anche semplicemente preferirne un’altra per motivi propri. Immaginiamo che il sistema operativo preinstallato sia Vista Home Premium e desideriamo invece Vista Business perché integra anche il diritto di downgrade (vedi http://www.borda.it/promo/070411c.htm): riceveremo un rimborso di 50 euro e spenderemo 150 euro per acquistarci la nuova licenza. La differenza di spesa è di 100 euro (a cui non sono state sottratte i costi delle spedizioni) quando invece la differenza di prezzo tra le due versioni, Vista Home Premiun OEM e Vista Business OEM è di soli 30 euro!

Questo atteggiamento se da una parte può essere un segno di apertura al diritto di un utente di volere o meno un software, dall’altra un’azione tesa a scoraggiare l’intraprendenza di chi vuole vedere riconosciuto un proprio diritto mettendo nelle condizioni di sostenere spese di spedizione che possono anche superare il valore del rimborso stesso.

Soluzioni possibili esistono e sta ai vari produttori attuare quelle che non siano vessatorie nei confronti dell’acquirente:

- immettere nel mercato prodotti senza sistema operativo: sarà poi l’acquirente, consigliato dal proprio rivenditore, decidere per quale installare acquistando la versione desiderata. In questo caso i negozi che offrono solo vendita e non assistenza possono trovarsi in difficoltà, mancando di un reparto specifico che installi e configuri il sistema operativo voluto;

- immettere nel mercato lo stesso notebook con varianti sulla versione di sistema operativo installato, cosicché il cliente sceglie l’abbinata "prodotto + sistema operativo" più opportuna, un po’ come viene ordinato il modello e il colore dell’auto;

- unificare le versioni di un sistema operativo in un’unica versione (un unico Vista per esempio) e distribuire nei canali di vendita il prodotto nella versione con e senza sistema operativo.

Già un passo verso questa trasparenza si ha nei notebook CDC Columbus, che vengono distribuiti liberi da sistema operativo (l’utente deciderà successivamente quale sistema operativo installare e acquistare) per di più godono anche di una garanzia di 3 anni.

 


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