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Il risparmio nel trasporto: dalla teoria alla pratica

Un problema a cui non riusciamo a sottrarci in alcun modo è il caro-carburanti. Periodicamente ed in concomitanza di fatti che comportano l’aumento della materia prima ritornano in circolazione mail con iniziative che di fatto rimangono inattuate. Alcune richiederebbero un coordinamento massiccio e portentoso e alla fine riuscirebbero ad ottenere un beneficio quantomai irrisorio rispetto alle energie profuse.

Altre azioni, invece, applicate a livello individuale, possono portare ad un risparmio personale immediato e nel tempo possono indurre i grossi gruppi a soddisfare l’utente proprio perché prodotti differenti non farebbero presa sugli acquirenti.

Mail circolante con risultato improbabile

Ciclicamente in internet circola una mail che invita i CONSUMATORI ad organizzarsi contro i PETROLIERI per fare il pieno di benzina ad un certo marchio per un certo periodo: in questo modo si costringerebbe il marchio concorrente a vendere il carburante ad un prezzo inferiore. Il principio sfruttato è quello che se cala la domanda, cala anche il prezzo. A questo punto la frotta degli automobilisti andrebbe a fare il pieno da quest’ultimo per la convenienza, ed il primo, per riacquistare i clienti abbasserebbe ulteriormente il prezzo. Ripetendo questa altalena più volte si dovrebbe dimezzare il prezzo del carburante.

La mail per di più chiama in gioco Beppe Grillo (sicuramente per fare presa attraverso l’immagine di un testimonial credibile per un certo genere di battaglie) che in realtà su questo modo di spingere il ribasso del carburante non si è mai espresso.

La legge di mercato

Se è vero che dove cala la domanda cala il prezzo, è altrettanto vero che dove aumenta la domanda aumenta anche il prezzo; per cui il gestore che si vedrà aumentare i clienti, ritoccherà sicuramente a proprio favore i prezzi. Nella mail circolante si considera solo metà della legge di mercato, quella che si vorrebbe, non quella meno piacevole ma altrettanto ovvia. Chi l'ha scritta pecca ovviamente di ingenuità.

Una regola d’oro comunque è affezionarsi poco al proprio gestore e fermarsi a fare il pieno, prima di aspettare la riserva, dove effettivamente il prezzo è più basso.

Si stanno diffondendo inoltre distributori senza marchio, le cosiddette "pompe bianche" dove si possono risparmiare anche 10 centesimi al litro. Una lista è in questo link: http://www.pompebianche.com/

Benzinometri on-line? Da considerare però solo in maniera relativa: quello che ci chiederà il gestore sarà il prezzo del marchio meno lo sconto di sua iniziativa.

La posizione di Beppe Grillo

Quello che scoccia a noi automobilisti non è il costo della benzina, ma quanto costa muoverci. Per spendere la metà ci sono due soluzioni: acquistare il carburante a metà prezzo oppure usare auto che consumano la metà.

La prima soluzione equivale a pretendere che il gestore ci dimezzi il prezzo: l’elevato prezzo carburante però dipende per la maggiore da IVA e Accise.

La seconda è quella supportata da Beppe Grillo sin dagli anni ’90 e tecnicamente percorribile (vedi http://www.beppegrillo.it/2005/02/progetto_smile.html ed altri link correlati): auto che consumano meno, sino alla metà di quelle attuali.

Il prezzo del carburante

Ecco come si compone il prezzo della benzina (vedi anche http://attivissimo.blogspot.com/2007/05/torna-la-bufala-della-benzina-met.html) :

37% - prezzo industriale (petrolio, raffinazione, distribuzione);

46% - Accisa;

17% - IVA (calcolata come dalla somma dell’IVA sul prezzo industriale + IVA sull’Accisa, cioè viene applicata una tassa su una tassa!).

Iva e Accisa, che non sono altro che tasse che costituiscono il 63% di quanto stiamo lasciando al gestore! Non solo. La cosa simpatica che emerge è che l’IVA è una tassa applicata non solo al prezzo industriale, ma anche all’Accisa. In pratica è un caso emblematico di tassa su una tassa!

La guerra ai petrolieri

Fare una guerra direttamente ai petrolieri potrebbe dare risultati, ma quanto? Potremmo riuscire a spuntare una piccola percentuale sul guadagno del petroliere, ma mai oltre un certo limite perché quel 37% comprende anche costi vivi (materia prima, spese di raffinazione e trasporto). Costringere il petroliere a vendere il prodotto al di sotto dei costi vivi che deve sostenere, porterebbe al fallimento dell’attività industriale e dovremmo andare noi, con picco e badile, a estrarci e a raffinarci il greggio! Sarebbe un po’ scomodo.

Guerra al fisco

Potrebbe essere la via ideale. Il valore del 63% è un guadagno netto per lo stato, per cui non essendoci al suo interno costi su materie prime e lavorazioni, si potrebbe immaginare che tutta la quota possa essere di punto in bianco azzerata! Magari! Solo che la macchina dello stato ha bisogno di quel denaro e se ce lo facciamo togliere dalla benzina, ci vi verrà applicata una tassa altrove per recuperarlo. E’ come la rimozione dell’ICI: bella cosa, ma ovviamente ha portato altre conseguenze spiacevoli.

Difficile far sparire nell’accisa le piccole tassazioni che i vari governi negli anni hanno aggiunto (per esempio una quota inserita a seguito dell'alluvione del Vajont oltre quarant’anni fa) e non hanno mai rimosso nonostante l’emergenza sia stata superata.

Auto che consumano meno

Il Progetto Smile (http://www.beppegrillo.it/2005/02/progetto_smile.html) lo dimostra: è possibile realizzare auto che consumano meno, è possibile realizzare auto che consumano la metà. E’ possibile ottenere il risultato anche con investimenti relativamente contenuti (due milioni di euro, è poco se rapportato con l’investimento di una casa automobilistica per sfornare un nuovo modello). Ovviamente l’ostacolo in questo caso può avvenire dalle case automobilistiche.

La strategia dell’acquisto dei brevetti impedisce alla concorrenza di fare produzione di quanto viene tutelato dal brevetto stesso. Possedendo un brevetto posso quindi produrre senza avere concorrenza, ma nello stesso tempo possedendo un brevetto posso non produrre ed affossarlo in un cassetto e comunque la concorrenza non lo può realizzare.

Le caratteristiche tecniche del motore, richiamano un progetto analogo comparso su Quattroruote una ventina di anni fa di un motore a scoppio di cilindrata contenuta che abbinato ad un turbocompressore permetteva di ottenere un'efficienza molto e molto elevata. Pare che il "brevetto" di tale motore, in possesso di un australiano fosse poi stato appositamente acquistato da una casa automobilistica per metterlo in un cassetto. Vent’anni fa era il momento in cui i motori turbocompressi erano all’apice del furore.

Il progetto di "auto che consuma meno" non sempre viene preso in buona considerazione dai costruttori di auto. In una manifestazione davanti ai cancelli della Fiat in un momento di crisi, i lavoratori con Beppe Grillo proponevano all’azienda di considerare il "progetto di auto che consuma poco": un prodotto che il mercato sicuramente avrebbe apprezzato dando nuova spinta all'azienda e di conseguenza la cessazione della loro cassa integrazione. Ovviamente, l'azienda allora non ha considerato opportuno fare propria la proposta.

Consumo, inquinamento ed effetto serra

E’ già stato dimostrato da anni che consumo di idrocarburi porta ad inquinamento, effetto serra, surriscaldamento del pianeta e danni ecologici vari, nonostante grosse nazioni e governi, sotto la spinta delle grosse compagnie petrolifere volessero a tutti i costi smentire quanto già era agli occhi di tutti. Un esempio? Gli Stati Uniti, sede di importanti compagnie petrolifere e produttori di grandi quantità di CO2, sono stati molto restii a sottoscrivere accordi per la riduzione delle emissioni inquinanti come quelli di Kyoto.

D’altra parte però, se non siamo disposti a rinunciare completamente all’uso dei veicoli ad idrocarburi, per lo meno scegliamo veicoli che consumano meno.

L’auto e i suoi accessori

Molte volte come consumatori quando andiamo ad acquistare l’auto siamo abbagliati dalle dotazioni di serie e dagli accessori: lettore MP3 e bluetooth integrato ed altri amenicoli che possono essere utili fino ad un certo punto. Non sarebbe più opportuno scegliere l’auto con un occhio di riguardo verso il consumo, rinunciando ad un accessorio?

Prima di tutto cerchiamo la categoria di veicoli che soddisfa alle nostre esigenze ed all’interno valutiamo i modelli in funzione del loro consumo. A parità di prestazioni, possiamo avere veicoli con consumo minore (motore più efficiente). Un veicolo che fa 11 km con un litro anziché 10 (una differenza che non sembra particolarmente apprezzabile) consuma il 10% in meno. In 100.000 chilometri si risparmiano 1.500 euro!

Avere un'auto che consuma il 10% in meno equivale ad abitare in un paese dove l'auto consuma lo stesso e la benzina costa il 10% in meno.

Il consumatore ed i produttori di automobili

Se da una parte, la proposta diretta ai costruttori di sfornare veicoli a basso consumo non viene accolta facilmente, un’azione indiretta risulta decisamente più efficace. Se l’automobilista acquista l’auto in base al consumo, il produttore più ecologico verrà immediatamente premiato ed il concorrente, per non perdere quota di mercato, dovrà adoperarsi per migliorare i propri veicoli. Non è il consumatore a chiedere al produttore un veicolo economico, ma la sua scelta, fatta intelligentemente in silenzio costringe i produttori a migliorare. Questa è una legge di mercato. Basta osservare semplicemente che, in conseguenza al fatto che l’automobilista per risparmiare sui carburanti sta prediligendo GPL e metano, i vari costruttori si stanno sfidando con modelli bi-fuel per non perdere il mercato.

Lo stile di guida

Si fa poco cenno a questo aspetto, ma anche lo stile di guida influisce sul costo dei nostri spostamenti. Uno stile più sobrio ci permette di consumare meno ... e conseguenza diretta è come se la benzina ci fosse costata di meno.

Su questo aspetto dovremmo riflettere un po' di più: quando si vogliono dei benefici (spendere meno per muoverci in auto) si chiedono subito agli altri senza però chiederci si possiamo fare qualcosa noi sin da questo momento. E' vera l'affermazione di J. A. Wollensky: "Tutti vogliono tornare alla Natura ma nessuno ci vuole andare a piedi" (http://www.borda.it/promo/100709c.htm).

Quando cambiare auto

Cambiare l’auto solo perché l’ultimo modello consuma meno e quella in possesso funziona ancora bene è un po’ azzardato, ma vale la pena considerare comunque che l’auto attualmente in possesso ad un certo punto verrà sostituita. E’ utile quindi osservare il mercato dell’auto in maniera preventiva, con attenzione all’aspetto estetico (anche l’occhio deve avere la sua parte) ma principalmente all’aspetto del consumo. Anche il costo per acquistare il veicolo talvolta può essere motivo determinante della scelta: è opportuno considerare il costo del veicolo invece congiunto ai suoi consumi perché un risparmio iniziale può essere facilmente abbattuto dai costi di gestione successivi.

Cosa possiamo fare?

Azioni congiunte coordinate sono difficili o impossibili da attuare. La cosa più saggia è invece partire con azioni individuali, anche disgiunte, dove chi ci crede potrà ottenere da subito dei piccoli benefici, e poi quando l’onda si ingrandisce l’effetto dei benefici si amplificherà ancora di più.

La cosa più immediata è modificare il proprio stile di guida da più brioso a più sobrio: si arriva a destinazione un po’ più tardi ma se vengono confrontati i tempi, questi non sono granché differenti.

Fare rifornimento alla stazione di servizio che nel proprio tragitto fa il prezzo più basso e programmarlo talvolta prima di entrare in riserva.

Eseguire la manutenzione ordinaria dell’auto, perché anche questo aspetto, molte volte non considerato, permette di ottenere consumi inferiori.

Scegliere un veicolo, al momento dell’acquisto, dando particolare rilievo ai consumi, non solo a quelli dichiarati, ma anche a quelli riscontrati da altri acquirenti.

Già questo ci permetterà di avere un risparmio, non solo quando il prezzo del petrolio aumenta (perché ci si lamenta del costo del carburante solo quando sale?), ma sempre.

Se poi tanti consumatori individualmente, e quindi non necessariamente in maniera coordinata, sceglieranno i modelli a consumo minimo, i produttori stessi si troveranno in una sfida reciproca ad offrire veicoli sempre più risparmiosi.

Sicuramente quanto proposto porterà sin da subito dei benefici individuali immediati, molto più tangibili delle ipotesi di azione diffuse in certe mail.

 


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