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Aumenta l’IVA, i nostri prezzi no

Una sorpresa inaspettata è arrivata ai consumatori prima di Natale: l’aumento dell’IVA dal 20 al 21%. E in queste due settimane in cui è in vigore ci siamo abituati a calcolare l’aumento dei prezzi dovuta a questa "piccola variazione". In pratica un articolo che costava 120 euro ora, con l’aggiornamento dell’aliquota costa 121 euro. Ed in proporzione anche gli articoli a prezzo superiore o inferiore subiscono un aggiornamento analogo.

Un articolo che costava, con l’aliquota al 20%, 6 euro ora costa, o dovrebbe costare 6,05 euro. Cosa succede? I comportamenti del venditore possono essere tre. Il primo strettamente legato alla normativa, gli altri due legati a una praticità nei pagamenti e nei resti.

Il primo, in stretta coerenza con l’aggiornamento, senza svantaggio per sé e senza imbroglio per il consumatore, dovrebbe riallineare il prezzo al nuovo valore: 6 euro trasformarli in 6,05 e così via rispettando la proporzione.

Il secondo, per non rimettere del proprio guadagno e per non complicare il calcolo del resto, il venditore effettua un arrotondamento in eccesso, aggravando il consumatore di onere maggiore rispetto a quello già fastidioso dell’aliquota rialzata.

Il terzo, per non infierire sul consumatore e non generare complicazioni numeriche, il venditore non modifica i piccoli prezzi (facendosi carico della variazione dell’iva) e per prezzi maggiori rispetta l’aggiornamento IVA senza arrotondamenti speculativi.

Quest’ultimo è l’obiettivo che ci prefissati, per non aggravare la situazione già drammatica dell’economia italiana. I nostri prezzi sono tutti consultabili nel listino pubblicato in internet per cui sarà facile verificare per ogni articolo il relativo costo.

Una considerazione forse banale: il 20% o il 21% corrispondono approssimativamente alla quinta parte del totale. Un quinto è il doppio di un decimo. E "la Decima" richiesta dall’impero romano (http://it.wikipedia.org/wiki/Decima) ? Si può ritenere che forse era meglio essere dominati dagli antichi Romani, perlomeno per una tassazione decisamente inferiore, quasi da paradiso fiscale. E già allora, lungimiranti com'erano, invitavano a limitarsi a tosare le pecore anziché scorticarle ( http://www.borda.it/promo/110902c.htm ).

 


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