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L’informatica ... a chilometri zero

L’espressione a chilometri zero sta prendendo piede non solo nel campo alimentare, ma anche in altri settori di vita quotidiana, e rivela una riflessione e una attenzione su un aspetto che fino a poco tempo fa veniva considerato come indice di progresso: la distanza dal produttore. Più il prodotto era "esotico" più veniva considerato di qualità. Questo, come sappiamo, ha prodotto e produce inquinamento per la necessità di trasferimento della merce.

L’estrema competitività e l’estrema apertura dei mercati commerciali però ha prodotto effetti secondari impensati ed indesiderati. L’idea di vendere un mio prodotto a 1000 chilometri di distanza, facendomi acquisire un nuovo cliente di pari passo è accompagnata al fatto che un potenziale mio cliente locale in realtà sta acquistando 1000 chilometri più in là. Di fatto, l’allargamento dei confini del proprio mercato commerciale non è accompagnato da un proporzionale aumento delle vendite.

Nel costo finale del prodotto incide in maniera più o meno rilevante anche il costo del trasporto. Di conseguenza, ragionando sul medesimo prezzo, se maggiore è l’incidenza del trasporto, minore è il valore intrinseco del bene stesso. Chi ci rimette in questo meccanismo di estrema competitività alla fine sono il consumatore e l’ambiente. Il primo perché si ritrova con prodotti di minore qualità, il secondo (ormai è risaputo) per l’inquinamento.

Sotto questa ottica stanno nascendo molte iniziative, nell’ambito della produzione e del commercio di prodotti ortofrutticoli ma anche di altri prodotti di uso quotidiano come i detersivi, in cui vengono perseguiti gli obiettivi di tutela dell’ambiente, qualità dei prodotti e risparmio per il consumatore. Un esempio di questa filosofia che tende a ridurre la filiera commerciale è il "Progetto EffeCorta" di cui si possono trovare informazioni varie su internet inserendo in un motore di ricerca "effecorta". Sostanzialmente l’obiettivo è di ridurre il più possibile sul prodotto finale l’incidenza del trasporto e di aumentare la qualità del prodotto stesso.

Nell’informatica non si possono applicare pari pari i medesimi passaggi, ma la medesima filosofia può comunque trovare dei validi adattamenti.

La produzione di articoli con tecnologia ad alto livello e costi di produzione estremamente contenuti può avvenire solo in industrie estremamente specializzate: l’idea della produzione sottocasa non è attuabile.

Inoltre, mentre per detersivi e prodotti ortofrutticoli il ciclo vitale termina con il loro consumo immediatamente dopo l’acquisto, i prodotti tecnologici "vivono" (se così si può dire) molto di più e possono necessitare di assistenza tecnica, dovendosi riferire poi, in caso di bisogno, al punto di acquisto. Un acquisto in loco, quindi non avrebbe l’onere delle spese di spedizione.

Inoltre l’assistenza tecnica, oltre a non richiedere ulteriori spese per la spedizione, avviene in tempi decisamente più rapidi.

Come nostra scelta, i fornitori cui facciamo riferimento per i prodotti che vendiamo hanno sede di distribuzione in zona. Riusciamo a procurare un’infinità di prodotti in tempi brevi e nel momento in cui questi necessitano di assistenza tecnica, riusciamo a risolvere in tempi molto brevi, recapitandoli e ritirandoli dai fornitori, quando sia necessario riferirsi a loro, nella medesima occasione in cui facciamo acquisti presso di loro.

Il listino in internet in http://www.borda.it/pdf/LISTINO.pdf dà l’idea di quanto possiamo procurare ed il prezzo che li accompagna facilmente conferma la convenienza di un acquisto locale anziché con spedizione. E questo riscontra quanto a chilometri zero, seppur con diversa modalità di applicazione, sia una filosofia con riscontro positivo anche nell’informatica.

 


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