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Valvole, relais e dispositivi elettromeccanici Parlare di dispositivi elettromeccanici nell’era del digitale sembra anacronistico, Ci fa pensare a sistemi obsoleti dove i collegamenti e la gestione delle informazioni erano governati da meccanismi elettrici e testine che devono posizionarsi a leggere e scrivere dati. Eppure nei nostri computer c’è ancora un elemento che, nonostante i miglioramenti tecnologici, conserva la logica di funzionamento dei dispositivi di mezzo secolo fa: il disco fisso o hard disk. Progressi ne sono stati fatti (vedi in Wikipedia Disco Rigido http://it.wikipedia.org/wiki/Disco_rigido e Storia del Computer http://it.wikipedia.org/wiki/Storia_del_computer ) : da un "frigorifero da una tonnellata" per memorizzare "solo" 5 mbyte, cioè un millesimo di una attuale flash drive, ad un blocchetto da mezzo chilo (hard disk da 3,5 pollici per 6 terabyte) o un etto (hard disk da 2 terabyte da 2,5 pollici). Resta il fatto che è sempre un dispositivo elettromeccanico, formato da un motore, uno o più dischi, un braccio meccanico con una testina alla sua estremità che deve essere comandata per posizionarsi, leggere e scrivere. Per quanto efficienti e rapidi, i movimenti meccanici di posizionamento richiedono sempre un tempo di latenza. Nei PC e notebook di oggi l’hard disk tradizionale diventa quasi una zavorra al sistema: la potenza di calcolo è frenata dalla scarsa efficienza delle operazione di scrittura e lettura del disco fisso rispetto al rendimento di tutti gli altri componenti. Se un dispositivo di memorizzazione è fondamentale nel PC e il disco fisso è il limite per le prestazioni, è disponibile un’alternativa tecnologica che conservando la funzione logica dell’hard disk, ne supera i limiti di lentezza: il disco allo stato solido o SSD (Solid State Drive).
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