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SSD, più prestazioni anche su vecchi PC

Tutto ciò che comporta "movimento meccanico" richiede tempo per le commutazioni e questo compromette le prestazioni di un intero sistema per l’inerzia intrinseca nella materia. L’espressione può sembra complicata, ma è quanto mai di più semplice e tangibile abbiamo quotidianamente sotto i nostri occhi: per spostare una scatola dobbiamo prenderla, metterla in movimento, posizionarla e fermarla nel nuovo posto. Tutta una serie di "accelerazioni" e "decelerazioni" che richiedono energia e tempo proporzionale alla massa della scatola stessa. E l’inerzia è l’ostacolo a questa azione di movimento.

Nell’ambito delle commutazioni, quando la meccanica (o i relais) è stata sostituita dall’elettronica e dalla microelettronica, si è riscontrato un notevole miglioramento che comunque è prosegue ancora nelle prestazioni. Questo miglioramento è stato applicato anche ai dispositivi di memorizzazione, passando dalla tecnologia a testine e piatti (hard disk) alla nuova a stato solido o SSD.

Un esempio per capire facilmente il salto ed il miglioramento in termini di prestazioni. Immaginiamo un archivio di informazioni quale un libro, dove l’indice ha riferimenti circa la distribuzione dei contenuti e dei capitoli. Per accedere ad un determinato contenuto, si deve sfogliare l’indice per poi scartabellare fino a quanto da leggere. Analogamente per la scrittura, devo individuare nell’indice pagine libere, annotare che quelle pagine saranno occupate da un determinato contenuto e scrivere il contenuto dove potrà essere poi ripescato. Sfogliare continuamente le pagine avanti ed indietro richiede tempo tanto quanto la testina di un hard disk nel doversi ri-posizionare continuamente per le letture e le scritture.

In un disco SSD l’indirizzamento ad una posizione di memoria avviene in maniera elettronica con drastica riduzione dei tempi di posizionamento richiesti da una testina meccanica: il risultato è un notevole incremento delle prestazioni.

Durante il funzionamento del computer, letture e scritture sul disco fisso sono innumerevoli e molte volte la lentezza di un PC data proprio dai tempi necessari al trasferimento dei dati dal o al disco fisso tanto che questo viene definito a ragione “collo di bottiglia del sistema”.

La sostituzione del disco fisso con un SSD tanto nei PC nuovi quanti in quelli datati di riscontro dà un evidente rilancio delle prestazioni globali a conferma che la nuova tecnologia di memorizzazione allarga in maniera significativa il collo di bottiglia. Molti siti confrontano le prestazioni degli uni contro gli altri ed il gap riscontrato è notevole.

 


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