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Canone Rai … tanto odiato Canone Rai !

Tra le tasse ambigue e detestate dagli italiani un posto d’onore ce l’ha il Canone Rai.

E’ giusto partire dalla definizione del canone stesso al momento della sua introduzione nel 1936. Approfondimenti possono trovarsi in https://it.wikipedia.org/wiki/Canone_televisivo_in_Italia e non solo.

Tassa ambigua: sostanzialmente si tratta di una tassa sul possesso di un apparecchio. Perché allora deve essere chiamato "Canone Rai" ? Giusto sarebbe "Canone televisivo" visto che è applicata al possesso di uno o più apparecchi TV.

Se vogliamo tenere la definizione "Canone Rai", giusto sarebbe la consegna della quota corrispondente all’ente pubblico che, mediante sistemi opportuni consente la visione dei propri programmi agli abbonati e la nega agli altri. La tecnologia attuale lo permette e gli operatori privati, sicuramente con meno risorse a disposizione rispetto alla Rai, hanno già attuato ed utilizzano a proprio favore.

Altrettanto ambiguo è stato il tentativo di estenderla anche al possesso di computer o altri dispositivi dotati di connessione alla rete. Sotto questo aspetto la Rai ha inviato molte intimidazioni di pagamento ai cittadini. Al di là dell’aspetto vessatorio, per avere certezza se una tassa è dovuta o meno la cosa migliore l’interpello, cioè la domanda esplicita agli organi competenti da cui ci si aspetta una risposta chiara ed inequivocabile. Rai, Agenzia delle Entrate e Ministero delle Comunicazioni si sono semplicemente limitati o a non rispondere o a rispondere che la valutazione compete ad altri ( http://www.aduc.it/index.php/comunicato/canone+tassa+rai+pc+anche+agenzia+entrate+non_13380.php ).

Ambigua anche la destinazione della tassa. Se è per il possesso di apparecchi radiotelevisivi che sfruttano le trasmissioni immesse nell’etere, la distribuzione degli introiti dovrebbe essere fatta in rapporto all’audience che ogni emittente conquista, e non come adesso ad un unico soggetto, cioè la Rai.

Paradossale inoltre è che un telespettatore apatico per la Rai paghi il canone solo perché possiede l'apparecchio televisivo mentre sia possibile guardare la Rai in streaming senza alcun canone purché si disponga di un tablet connesso ad un buon monitor ( http://iltirreno.gelocal.it/livorno/cronaca/2015/10/23/news/canone-rai-paga-solo-chi-ha-la-tv-esclusi-pc-e-tablet-1.12315660?refresh_ce ).

E il libero mercato? Pubblico o privato che sia, un soggetto che beneficia di contributi in funzione all’ascolto ottenuto migliorerebbe immediatamente la qualità dei contenuti. E’ una cosa talmente ovvia che i soggetti privati non temono e già usano per sussistere e farne anche utile: è il caso delle TV a pagamento dove l’utente paga per quello che vuole vedere e non paga per quello che non gli interessa affatto. Ma la Rai è mai stata pronta a questa sfida?

Altro possibile sostentamento di un’emittente sono gli sponsor che si affidano al veicolo televisivo in funzione della visibilità che questo mezzo può portare al loro marchio. La Rai su questo è speciale perché beneficia sia di canone che di sponsor.

Cambia la modalità di tassazione. E’ questo il fatto più eclatante di questi ultimi giorni. Se hai un contratto di fornitura elettrica, necessariamente hai un apparecchio televisivo, diversamente devi dimostrare il contrario. Se sei allacciato alla rete elettrica ... detieni una sedia elettrica, sei un criminale: dimostrami ora di non aver mai folgorato nessuno.

Detestato. Non si può dire diversamente, specialmente in tempo di crisi dove i cittadini, molti dei quali faticano a far quadrare i conti in casa propria, sono indignati a vedere il proprio canone scialacquato in premi su giochi milionari, stipendi e onorari da favola a presentatori e ospiti.

Ci si può difendere dal Canone Rai? La risposta è fortunatamente si. Sfortunatamente si scopre che i modi di vessare i cittadini sono molteplici, dalle lettere intimidatorie a comportamenti ambigui dei funzionari che si presentano ad effettuare controlli. Molti casi descritti dai cittadini si possono trovare in http://tlc.aduc.it/rai/comunicato/metodi+piu+comuni+estorcere+canone+come+difendersi_15734.php .

Cambia il meccanismo di tassazione, cambieranno ovviamente anche i metodi di difesa per chi non è tenuto a pagare questa tassa. Ma soprattutto sarà molto più gravoso per il cittadino. Ora l’esattore sarà il fornitore di energia. A chi si dovrà comunicare che non si è tenuti a pagare il canone? Alla Rai? All'Agenzia delle Entrate? Al fornitore elettrico? In un contratto di fornitura su unità non abitative come ci si deve comportare? E così via ...

Per riprenderla proprio con uno slogan lanciato dalla Rai stessa, si può dire Rai: di tutto, di più.

 


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